BENVENUTI!
E' uscita la mia prima raccolta di poesie: LE PIUME DEL FATO, Edizioni Del Leone.
Con grande piacere condivido in questo spazio alcune delle poesie della raccolta.
Sono molto gradite impressioni e critiche.
Cari saluti!
Chiara Inesia
La poesia di Chiara Inesia Sampaolesi è intrisa di un intimismo ben espresso da quel “diario di un sogno strappato” che costituisce il sottotitolo della raccolta.
Sul filo del ricordo si intrecciano nelle liriche dell'autrice riflessi del passato - una speranza infranta, un “tatto negato” per dirla con le parole della Sampaolesi - che contraddistinguono testi scanditi dall'evocazione di un miraggio, una attesa mai appagata e mai sopita che si rinfocola nei versi di una poesia fortemente incentrata sull'io, protesa a cantarlo anche nella sua inaccessibilità.
Quella di Chiara Inesia Sampaolesi è una scrittura breve, asciutta, lineare ma rotta, scavata dal riverbero di una emozione dolorosa in cui turbina un prepotente desiderio di riscatto e di vita.
“Cocciuta e testarda insisto nel dubbio e nel tarlo non comprendo e non parlo strofe di vita e cammino ma implosa e scomposta rimango a sognare quel tempio e quel tempo d'amore (...)”: l'autrice scandaglia il proprio vissuto per ricomporlo attraverso “il dubbio” e il “tarlo” che mina ogni sua certezza ma le permette di riacciuffarsi con una consapevolezza critica e mite, in cui la forza del proprio percorso è mitigata da una scelta lessicale pudica e raffinata.
Chiara Inesia Sampaolesi utilizza un linguaggio classico, non concede spazio alla sperimentazione e alla ricerca, sottolineando maggiormente nei suoi testi un gusto antico del verso, teso ad affermare, come viene scritto nella quarta di copertina, “la deriva costante e impercettibile del ricordo, trainante alla ricerca del tempo che passa”.
Recensione a cura di Elisa Davoglio
Pubblicata su: Literary nr.1/2009
http://www.literary.it/dati/literary/davoglio_elisa/le_piume_del_fato.html
L’unità di un’opera (e la sua originalità) si misura anche dai supporti tecnici: la poetica della Sampaolesi si avvale di rime, da quella facile a talora martellante (come in Estrema latitanza) a quella tronca o sdrucciola, es. ‘immergono emergono’ (Fili) rima ricca desinenziale. Il taglio generale dei testi è libero, poiché non impone le rime, che nascono invece per logica espressiva. In Lacrime fasulle si ha antanaclasi: ‘avrei potuto amare’ (v. 9) ‘delle mie sofferenze amare’ (v. 14). La cantabilità del verso deriva dalla scelta di un lessico che in più casi si avvicina al ritmo musicale.
Recensione a cura di Luciano Nanni
Pubblicata su: Literary nr.12/2008
http://www.literary.it/dati/literary/nanni/le_piume_del_fato.html
Non ti ho mai conosciuto
non ti ho mai vissuto
immagine perfetta e ideale
hai aleggiato come nuvola benedetta
sulla mia realtà innaturale
Impedendomi i tuoi difetti
e le tue imperfezioni
mi hai convinto di un mondo
pieno di fiori e di colori
Ma giorni maledetti
han colato pioggia acida dai tetti
e han stracciato l’immagine ideale
del mio mondo addobbato a carnevale
Maschere illusorie di realtà ingannatorie
han coperto i sensi alle mie antenne captatorie
e incosciente m’hanno lasciata
innanzi alla realtà adombrata
Così sguarnita mi son ritrovata
a sciogliere il bando alla matassa arrotolata
che bollenti inferni e algidi inverni
mi ha fatto annodare e districare
per ritrovarmi dilaniata sulle sponde di quel mare
a scalare, salire, scivolare, guadagnare
l’agognata riva
per riconoscere e imparare
ciò che mai più mi farà sbagliare
Chiara Inesia Sampaolesi, da Le piume del fato, Edizioni Del Leone, 2008